29 Mar Iscrizioni e cessazioni di imprese nelle marche – Febbraio 2021
L’Osservatorio Imprenditorialità della Fondazione Aristide Merloni continua a monitorare il fenomeno della natalità di impresa nelle Marche.
Nel mese di febbraio 2021 si osserva un andamento delle iscrizioni poco influenzato dalla situazione di crisi da Covid-19. Nel complesso le nuove imprese iscritte sono inferiori del 3,5% rispetto al mese di febbraio dell’anno precedente, quando non si riscontravano ancora gli effetti della situazione emergenziale sulla natalità di impresa.
L’impatto della crisi è invece evidente, ma con segno opposto a quanto atteso, con riferimento alle cessazioni. Esse infatti registrano un netto calo (del 27,8%) rispetto a quanto osservato nel febbraio 2020.
Il rallentamento più marcato delle cessazioni rispetto alle iscrizioni riduce il saldo negativo tra i due valori che è prossimo allo zero; significativamente inferiore rispetto a quello degli anni precedenti (a febbraio 2020 il saldo negativo era prossimo alle 300 unità). Il calo delle cessazioni può essere messo in relazione all’efficacia dei provvedimenti di sostegno al reddito di lavoratori e imprese. È possibile, pertanto, che la forbice tra iscrizioni e cessazioni tornerà ad ampliarsi nei prossimi mesi.
PROVINCE
A livello provinciale le variazioni più significative delle iscrizioni si registrano nel caso di Fermo, con una crescita del 20,5%, e nella provincia di Ascoli Piceno dove, al contrario, le iscrizioni si sono ridotte del 33,5%. Nelle altre province le aperture di nuove attività sono in linea con quelle dell’anno precedente.
Con riferimento alle cessazioni si registra un aumento nel solo caso di Ascoli Piceno (+9,2%) e una riduzione nelle altre province, in particolare nella provincia di Ancona (-46,7%).
FORMA GIURIDICA
Disaggregando i dati per forma giuridica si osserva una buona performance in termini di iscrizioni nel caso della Srl e della Snc, si riduce, invece, il numero di nuove imprese costituite con altre forme giuridiche. L’impresa individuale si mantiene la forma giuridica più diffusa, rappresentando il 60% del totale delle iscrizioni di febbraio.
Tutte le principali forme giuridiche registrano un rallentamento delle cessazioni, ad eccezione della Sas che, però, ha un peso poco significativo sul totale mensile delle cessazioni (3,7%). La riduzione più marcata delle cessazioni si registra nell’impresa individuale (-37,4%).
SETTORI
L’analisi della natalità di impresa con riferimento al settore di attività è utile a delineare una prima stima dell’andamento nei vari settori economici. Si deve considerare, però, che i dati delle iscrizioni e delle cessazioni per settore sono parziali in quanto non disponibili per tutte le imprese (non sono disponibili i Codici Ateco del 24% delle nuove imprese iscritte e del 15% di quelle cessate).
Dai dati disponibili si osserva un rallentamento delle iscrizioni nella maggior parte dei settori, tra cui le attività artistiche, sportive e di intrattenimento (-35,7%) e i servizi di alloggio e ristorazione (-27,3%). Al contrario, in alcuni settori si registra un aumento delle iscrizioni; raddoppiano le attività dei servizi di informazione e comunicazione (rappresentano il 4% di tutte le iscrizioni di febbraio 2021), aumentano le aperture nel trasporto e magazzinaggio (+28,6%) e nelle attività immobiliari (+11,1%).
I servizi di informazione e comunicazione, oltre ad aver registrato la variazione percentuale più significativa delle iscrizioni, hanno anche registrato il calo più marcato delle cessazioni (-58,6%). Un calo significativo si è registrato nelle attività di alloggio e ristorazione (-41,3%) e nelle attività manifatturiere (-33,3%). Al contrario, le cessazioni sono aumentate nel settore delle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (+71,4%), che rappresentano l’1% del totale delle cessazioni di febbraio.
I settori dell’industria manifatturiera, delle costruzioni e del commercio sono caratterizzati dai più alti livelli di iscrizioni (nel complesso rappresentano il 36% sul totale delle iscrizioni di febbraio 2021) e contemporaneamente di cessazioni (47% sul totale).